Hercai, Miran scopre che Hazar è suo padre
Hercai, Miran scopre che Hazar è suo padre
Miran stava camminando lungo la vecchia strada polverosa che conduceva alla casa della sua infanzia. Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature rosate e arancioni. La sua mente era un turbinio di pensieri e emozioni, tutti legati a un unico grande segreto che gli era stato rivelato da pochi giorni: Hazar, l’uomo che aveva sempre odiato, non era semplicemente il nemico della sua famiglia. Era suo padre.
Il pensiero lo tormentava mentre si avvicinava alla casa. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena scoperto. Le parole di Reyyan risuonavano ancora nella sua testa: “Miran, Hazar non è il tuo nemico… è tuo padre.” Non riusciva a comprenderle, a volte sembravano ancora troppo lontane dalla realtà che conosceva. Come poteva un uomo che lo aveva sempre trattato con disprezzo e malvagità essere il suo genitore? Come poteva quella persona essere legata al suo stesso sangue?
Nonostante il dolore e la rabbia che provava, una parte di lui sentiva un vuoto che non riusciva a colmare. Una parte di lui sentiva che, forse, questo segreto era l’unica cosa che gli mancava per completare il puzzle della sua vita. Voleva risposte, voleva capire.
Quando arrivò davanti alla casa, il suo cuore batteva forte. Ogni passo sembrava più pesante dell’altro, ma sapeva che non c’era altra via d’uscita. Doveva affrontare Hazar, doveva scoprire la verità.
Con mano tremante, bussò alla porta. Dopo pochi istanti, Hazar apparve sulla soglia, il volto serio come sempre. Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Miran, qualcosa cambiò. C’era un’ombra di tristezza nei suoi occhi, una tristezza che Miran non riusciva a comprendere completamente.
“Miran,” disse Hazar con voce bassa. “Cosa ci fai qui?”
“Ho bisogno di parlare con te,” rispose Miran, cercando di mantenere la calma nonostante il cuore che gli batteva all’impazzata. “Ho bisogno di sapere la verità.”
Hazar lo guardò in silenzio per un attimo, come se stesse valutando se fosse il caso di dirgli ciò che sapeva. Poi, con un respiro profondo, lo fece entrare.
Seduti nella sala, il silenzio era carico di tensione. Miran non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Hazar che lo guardava come un estraneo, come un uomo che non aveva nulla a che fare con lui. Ma ora sapeva la verità, e non poteva ignorarla.
“Perché?” chiese Miran, con la voce che tremava leggermente. “Perché non me l’hai mai detto? Perché hai permesso che odiassi te così tanto?”
Hazar abbassò lo sguardo, come se le parole che stava per pronunciare fossero pesanti. “Non volevo che tu soffrissi. Non volevo che il nostro passato ti rovinasse la vita. E poi… le cose sono andate così. Le scelte che ho fatto… non sono state facili.”
Miran sentiva la rabbia salire dentro di sé. “Non è stato facile per me, Hazar! La tua mancanza mi ha distrutto. Ho passato tutta la mia vita a cercare qualcosa che non sapevo nemmeno cosa fosse. E ora mi dici che tu sei mio padre? Perché non me l’hai detto prima?”
“Non è stato facile nemmeno per me, Miran,” rispose Hazar, la voce carica di rimpianto. “Ogni giorno che ti guardavo, cercavo di proteggerti, di tenerti lontano dalla verità, ma non è stato mai facile. Ti ho visto crescere, ho visto la tua sofferenza, e ho pensato che forse, facendoti credere che fossi qualcun altro, ti avrei dato una possibilità migliore.”
Miran rimase in silenzio per un lungo momento, le parole di Hazar che gli rimbombavano nella mente. La rabbia che provava stava lentamente scemando, sostituita da una tristezza profonda. “Non so cosa fare con tutto questo,” disse infine, la voce soffocata dall’emozione. “Non so come affrontare il fatto che tu sia mio padre.”
Hazar alzò la mano e posò una mano sul suo braccio, in un gesto che non aveva mai fatto prima. “Non voglio che tu mi perdoni subito, Miran. Ma voglio che tu sappia che ho sempre voluto proteggerti, anche se non sono riuscito a farlo nel modo giusto. La mia vita è stata piena di errori, ma il più grande di tutti è stato quello di non averti mai detto la verità.”
Il silenzio cadde di nuovo tra loro, ma questa volta non era pesante come prima. C’era ancora molto da capire, molte ferite da guarire, ma almeno ora Miran sapeva la verità. E quella verità, per quanto dolorosa fosse, gli dava la speranza di poter finalmente trovare un modo per andare avanti.
“Ti do una possibilità, Hazar,” disse infine, guardandolo negli occhi. “Ma dobbiamo fare pace con il nostro passato, entrambi.”
E per la prima volta, Hazar sorrise, un sorriso sincero, come se avesse finalmente trovato un piccolo barlume di speranza in un mondo che sembrava senza luce.
La strada per il perdono sarebbe stata lunga, ma per la prima volta, Miran sentiva che forse, insieme, avrebbero potuto camminare su quella strada, fianco a fianco.