La notte nel cuore, trame turche, Bunyamin a Samet: ‘Sappi che non ho nessun rene per te’

In La notte nel cuore, la scoperta sul legame di sangue tra Bunyamin e Samet porterà a uno scontro doloroso. Convinto che il padre voglia riavvicinarsi solo per ottenere il suo rene e salvarsi la vita, Bunyamin esploderà: “Non ho nessun rene per te”.

Esat non accetta il test del Dna: ‘Bunyamin non può essere mio fratello’
Esat avrà in mano il foglio del test che attesta che Bunyamin sia figlio di Samet, lo guarderà con rabbia e incredulità. Nessuno riuscirà a fermarlo, la sua voce spezzerà il silenzio della sala: “Io non credo a quello che c’è scritto qui.

Quest’uomo non può essere il figlio di mio padre”.

Nihayet gli risponderà con calma: “Figlio mio, che tu ci creda o no, che cosa cambia? È questa la verità”. Esat griderà: “Non ci posso credere. L’uomo che ci ha servito per quarant’anni sarebbe nostro fratello? Papà, com’è possibile una cosa del genere?”.

Nihayet conferma la verità e rivela i segreti del passato
Samet abbasserà lo sguardo e dirà: “È successo, figlio mio, che vuoi che faccia? È successo”. La voce Cihan si spezzerà nel dolore: “Ma che famiglia siamo? Zia Nihayet, tu da quanto lo sapevi? Quando l’hai scoperto?”. Nihayet, scossa, confesserà: “Samet e Hasan discutevano di trapianti, e Samet ha detto: ‘Guardate Bunyamin, è mio figlio’”.

Il dolore di Bunyamin per la madre e gli anni di maltrattamenti
Bunyamin sarà deluso dal silenzio di questi anni di Samet: “Ho quarantacinque anni. Mia madre è morta di dolore. Quanto ha sofferto la mia povera madre! Non hai avuto un briciolo di pietà?”. Il suo dolore diventerà un’accusa feroce: “L’uomo che credevo mio padre non lo era. Non mi ha mai amato. Mi picchiava giorno e notte, mi faceva sanguinare il naso. E tu non hai mai detto: ‘Quello è mio figlio, non puoi picchiarlo, non puoi lasciarlo senza cibo, non puoi trattarlo peggio di un cane’. Non l’hai detto”.

Samet e Bunyamin – Credit © Show Tv.

Le accuse feroci di Bunyamin ai fratelli cresciuti nel lusso
Bunyamin scaglierà parole come lame: “Perché loro – dirà facendo riferimento agli altri figli di Samet – vivevano nel lusso mentre io soffrivo?

Li hai mandati nelle scuole private più costose, mentre a me hai tolto persino il liceo perché avevi paura che studiassi troppo. Mi hai cacciato via come un cane. A loro hai comprato macchine di lusso e messo carte di credito nelle tasche, a me invece hai rinfacciato i pochi soldi che prendevo”.

Samet si difende: ‘Volevo starti vicino ma non potevo’
Samet tenterà di difendersi: “Hai ragione, tutto quello che dici è giusto. Ma io ho sempre voluto stringerti al petto. Sempre. Solo che mio padre non me l’ha permesso. Lo sai bene: quello che diceva Muzaffer Sansalan in questa casa era legge”.

Bunyamin scoppierà: “Muzaffer Sansalan è morto, le sue ossa marciscono sotto terra. Non è più una scusa. Tu non mi hai mai visto come un figlio”.

Samet tenderà le braccia: “Tra un padre e un figlio non è mai troppo tardi. Vieni, abbracciamoci”. Tuttavia, Bunyamin esploderà in un urlo: “Lascia stare. A te importa solo del mio rene. Vuoi solo questo, altro che abbracci”.

Samet, quasi supplicando, dirà: “No, figlio mio. Non sappiamo ancora se c’è compatibilità o meno. Prega che non lo sia”. Bunyamin concluderà con rabbia gelida: “Meglio così, perché il figlio che non hai mai riconosciuto non ti darà il suo rene”.

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