Un posto al sole, Eduardo non è cambiato: Alberto, Pino e Grillo avevano ragione
Nella puntata di Un posto al sole, andata in onda martedì 7 ottobre, Eduardo ha colpito con una testata in pieno volto il ragazzo che aveva scritto una frase contro di lui. Con questo gesto, Sabbiese rischia di compromettere tutti gli sforzi delle persone che gli erano state accanto e che, in vista del processo, stavano facendo il possibile per riabilitarlo.
Resta da capire perché gli sceneggiatori abbiano deciso di mostrare una scena tanto forte, che riporta a galla i lati più oscuri di un personaggio complesso e contraddittorio.
Un criminale dal cuore d’oro o solo un’illusione
Da tempo una parte del pubblico critica gli autori per aver tentato di romanticizzare la figura di Eduardo Sabbiese, presentandolo come un camorrista dal cuore d’oro. È un cliché narrativo che, in passato, poteva funzionare, ma oggi risulta più difficile da sostenere, perché lo spettatore è molto più attento alle sfumature morali.
Certo, anche personaggi molto amati come Franco Boschi o Nunzio hanno avuto un passato difficile, ma le loro scelte nascevano da periodi di smarrimento e ribellione giovanile, non da un’appartenenza consapevole alla criminalità organizzata. Eduardo, al contrario, è stato un camorrista vero e proprio, un uomo che ha vissuto la camorra dall’interno e ne ha fatto parte attiva.
Anche nei momenti di apparente cambiamento, continua a ragionare secondo quella mentalità e a muoversi dentro quella logica.
Un personaggio pieno di contraddizioni
Gli sceneggiatori hanno provato a mostrare il lato più umano di Eduardo, evidenziando il suo rifiuto di entrare nel traffico di droga o la volontà di difendere il quartiere. Ma restano innegabili le sue responsabilità: non disdegnava il racket, usava le armi e considerava la violenza come un mezzo legittimo per imporre le proprie regole. Criticava i vecchi clan per la loro gestione poco attenta al quartiere, ma non per le logiche criminali che li muovevano. La sua idea di giustizia rimaneva fondata sulla sopraffazione e sulla violenza.

Eduardo non è mai stato un eroe, semmai uno scissionista ambizioso, desideroso di potere e disposto a tutto pur di conquistarlo. Il suo sentirsi moralmente superiore agli altri boss non lo rendeva migliore, lo avvicinava piuttosto al fanatismo di chi crede di essere nel giusto mentre commette gli stessi crimini. Una pericolosa illusione che non cancella la verità su Eduardo Sabbiese.
Chi è davvero Eduardo Sabbiese
Molti spettatori ricorderanno quanto sia stato controverso il percorso di Eduardo. Non si può dimenticare che in passato ha nascosto armi in casa di Rosa mettendo in pericolo la vita del piccolo Manuel e corrompendo sua sorella per spingerla a tacere. Ha minacciato Giulia e la sua associazione, colpevoli solo di voler raccontare la verità sulla camorra.
Ha sequestrato e minacciato Damiano, occultato un cadavere e gestito il racket del quartiere. Nonostante non sia mai stato mostrato mentre chiedeva denaro, godeva comunque di un rispetto che in realtà era paura.
Dietro la sua figura si celava il capo di un clan, responsabile di crimini mai del tutto svelati. Clara, Damiano e Rosa hanno sempre tentato di proteggerlo. È un sentimento comprensibile, ma la vera redenzione passa prima dalla giustizia, e finora Eduardo non ha mai pagato davvero per ciò che ha fatto. Non è ancora chiaro quale sarà il suo destino, ma se la storia dovesse condurlo finalmente in prigione sarebbe una conclusione coerente, non un castigo fine a sé stesso ma il naturale epilogo di un percorso segnato da colpe e illusioni. Solo dopo aver guardato in faccia le proprie responsabilità Eduardo potrà scegliere davvero di cambiare.